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PROGETTO

Il rinnovato interesse per la valenza storica del Vaso Ré, che ha visto le Amministrazioni locali impegnate negli ultimi anni ad acquisire alcuni opifici produttivi per trasformali in musei ed edifici pubblici e la creazione del percorso didattico che percorre il corso del canale come elemento museale diffuso sul territorio comunale di Bienno, rappresentano un rinnovato atteggiamento di tutela e valorizzazione del manufatto di cui è necessario riscoprire l’importanza anche attraverso la rappresentazione delle sue fasi evolutive. In questo senso va interpretato il progetto di conservazione che pur interessando un numero limitato di punti vuole porsi come rappresentazione del rinnovato interesse per una infrastruttura di tale valenza.
L’attuale conformazione del canale è il frutto della sovrapposizione di fasi di trasformazione dapprima solo manutentive e di adeguamento alle esigenze produttive (nuovi opifici, trasformazione dei cicli produttivi delle singole fabbriche), poi sostituzioni legate alle nuove tecniche costruttive (sostituzione dei canali di adduzioni in legno con elementi di cemento armato e canali verticali in ferro). A seguire, con l’avvento di fonti di energia apparentemente più convenienti, si assiste ad una fase di abbandono e dismissione degli opifici che si trasferiscono a valle trasformandosi progressivamente nelle grandi fabbriche che possiamo “ammirare” oggi. La progressiva perdita di importanza dell’elemento acqua rende il canale un fastidioso ingombro da superare fisicamente con strade e passaggi ed un limite all’espansione verso valle del borgo: a questa fase sono da assegnare gli interramenti, ponti e ponticelli che senza un criterio definito confondono oggi la percezione dell’intero “Vaso”. Questo periodo coincide con l’abbandono di molti canali aerei privati e, soprattutto, con la drastica riduzione degli interventi manutentivi sul canale che viene quindi progressivamente riconquistato dalla vegetazione spontanee. Improvvisati parapetti e ringhiere, tubi e scarichi fognari, passerelle posticce si inseriscono allegramente a denotare il mutato atteggiamento verso il canale.
La facile conclusione potrebbe sembrare quella di dare giustizia all’importante manufatto ricercando i tratti di una presunta “originalità” e depurandolo di tutti quegli elementi che offendono la dignità del suo percorso. Al contrario il progetto qui proposto vuole piuttosto consentire la lettura di tutte le fasi evolutive del manufatto articolandosi attraverso due temi strettamente correlati: conservazione e valorizzazione, appunto.

CONSERVAZIONE,
ovvero la lettura della situazione attuale attraverso l’identificazione delle tecniche costruttive legate alle fasi evolutive senza una attribuzione di valore aprioristica che ne privilegi una rispetto alle altre, rappresentando tutte l’atteggiamento della società del tempo nei confronti del canale. Sono stati proposti puntuali e mirati interventi di conservazione tesi a contrastare i fenomeni di degrado in atto mantenendo la situazione formale attuale. Cadere nel circolo vizioso di eliminare un elemento rispetto ad un altro significherebbe operare attraverso le stesse metodologie che si criticano con le rimozioni. Ogni elemento, se correttamente rappresentato ed interpretato fornisce infatti indicazioni preziose circa l’evoluzione del complesso.

VALORIZZAZIONE,
ovvero un intervento di adeguamento alle necessità del percorso didattico che si attesta come nuova fase evolutiva in un mutato panorama di utilizzo del manufatto, da fonte di energia per la produzione (si auspica che tale funzione non venga comunque mai meno) a museo di se stesso. L’intervento di adeguamento propone un linguaggio architettonico comune e riconoscibile che si pone come filo conduttore del percorso rendendo immediatamente riconoscibili gli interventi.
Abbiamo cercato di evocare attraverso dodici piccole storie semplici alcuni dei momenti salienti della storia di Bienno, legati, in modo più o meno evidente sino al suo passato più prossimo, alla scoperta ed all’evoluzione delle tecniche di lavorazione del ferro, materia prima fondamentale per lo sviluppo e la sopravvivenza dei popoli.
Tutte le operose generazioni di Bienno si sono riflesse nelle tumultuose acque del Vaso Ré, artificiale segno d’acqua deviato dagli instancabili monaci Benedettini a monte dal fiume Grigna nell’VIII sec., che ha costituito la vitale fonte energetica che ha contribuito a modellare nel corso dei secoli un paese e la sua civiltà. Un’opera d’arte che troppo spesso è stata considerata nei tempi recenti solo un impedimento da rimuovere piuttosto che un’opportunità d’eccellenza da rispettare e valorizzare.
Le dodici installazioni proposte si limitano a suggerire, attraverso presenze leggere e rispettose dell’esistente, degli stimolanti spunti di riflessione. Cercano di attirare l’attenzione incuriosendo. Spingono ad osservare con occhio diverso la realtà per riscoprirne la grande poesia ed il fascinoso aspetto fiabesco che riesce a catturare la partecipazione emotiva dei visitatori.

Andrea Griletto
Gaia Perniceni




DESCRIZIONE

SCHEDA TECNICA

PROGETTO

STAZIONI

Stazione 01
L’intervento di recupero e valorizzazione
(oggi)


Stazione 02
La dismissione produttiva
(primo dopoguerra)


Stazione 03
Sistemazione del Vaso Ré
(inizio Novecento)


Stazione 04
Il crollo dell’economia alpina: l’emigrazione
(Ottocento)


Stazione 05
Le grandi famiglie emergenti
(dal Quattrocento al Seicento)


Stazione 06
Periodo di forte trasformazione politica
(dal Duecento al Quattrocento)


Stazione 07
I nuovi protagonisti nell’età carolingia: i monaci di Tours
(774 d. C.)


Stazione 08
Le invasioni barbariche e il dominio dei Longobardi
(568 - 774 d. C.)


Stazione 09
Sviluppo della civiltà retica
(16 - 568 d. C.)


Stazione 10
La civiltà retica
(850 a. C. - 16 d. C.)


Stazione 11
La nascita dei primi villaggi (2800 - 850 a. C.)

Stazione 12
Preinsediamento (fino all’8000 a. C.)

CARTINA

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