La struttura interessata si presenta allo stato attuale come un complesso sistema funzionale che
mette in relazione più fruitori di un antico unico organismo: la ex scuola media, la chiesa e
l’oratorio annesso, i locali piano terra fronte strada per attività varie.
L’intervento, prendendo spunto dalle indicazioni normative relative all’adeguamento
sismico (per essere più corretti si tratterà di miglioramento sismico su edificio
monumentale vincolato) tende a recuperare il senso di unicità dell’organismo originario
prendendo atto della destinazione d’uso di scuola media con una sezione da parte del
Comune.
In tale ottica, a parte gli interventi di recupero materico o più specificatamente strutturali
per i quali sono state elaborate tavole tecniche allegate al progetto e relazioni esplicative,
la proposta di intervento ripropone segni e memoria cercando di ricucire, secondo gli
attuali canoni culturali, quanto uomini ed eventi hanno deteriorato durante la storia
plurisecolare del Collegio. Le annotazioni storiche individuate tracciano, per la struttura in
analisi, un percorso fatto di momenti di splendore e di momenti di abbandono culminati
con il crollo dell’ala a SE/SO, determinando la lacerazione più condizionante di tutte le
iniziative che negli anni sono state finalizzate al recupero soprattutto funzionale del
manufatto.
Il chiostro/cortile è l’anima del collegio e quando questa viene meno in qualche modo è
compromesso l’intero organismo.
La profonda convinzione che tale considerazione rispecchia lo stato dei fatti (vale per le
cose ma vale anche per gli uomini!) ha portato ad individuare proprio nella voglia di
ripristinare i segni essenziali del luogo il percorso quasi oggettivo per la ridefinizione
del nuovo assetto funzionale.
Il chiostro/cortile diventa l’obiettivo primario dell’intervento che ne propone la riedizione
secondo linguaggi e forme più consoni ai canoni culturali correnti ed alle modalità di
interpretazione tecnologica dei sistemi costruttivi attuali: un nuovo corpo di fabbrica ad
unica elevazione, con altezza corrispondente a quella del piano primo del Collegio (lato
corte interna), completa l’antico portico, che con le sue peculiarità aggreganti recupera le
caratteristiche di continuità e recupera le condizioni di reciprocità, anche se in modo
diverso, dei quattro lati dell’organismo (al piano terra con il ripristino della percorrenza al
coperto, al piano superiore con il collegamento esterno determinato dalla copertura piana
praticabile del nuovo corpo di fabbrica). Il corpo aggiunto, con destinazione non
residenziale, posto a ridefinire la quinta continua dell’antico chiostro si modula con gli
stessi ritmi degli altri tre lati riproducendo misure e modanature quasi obbligate nel
rapporto classico della tipologia espressa; cambiano i materiali (pietra bianca e
mattoncini/listelli di laterizio) per marcare il nuovo intervento, ma restano immutati rapporti
e sagome.
La corte descritta dal porticato avvolgente viene restituita al suo antico valore ambientale
con una pavimentazione in laterizio ad “opus spicatum” contemporaneo, il trasferimento
dell’archetipo figurale del pavimento a spina di pesce, dal campo applicativo tradizionale
dei dispositivi a spessore, al mondo attuale delle “pelli sottili” di rivestimento create
componendo un mosaico di macro-tessere, porta ad evidenti implicazioni positive in
termini di economia e rapidità di posa, di alleggerimento delle strutture e di flessibilità di
applicazione, i piccoli spazi verdi vengono riproposti a memoria dell’antica sistemazione
del chiostro.
Con la previsione di questo nuovo corpo vengono riequilibrati i rapporti funzionali che
consentono di meglio relazionare i due livelli principali di fruizione.