Nell'occasione della ristampa, da tempo molto sollecitata dagli studiosi
e dagli addetti ai lavori, di questo ormai introvabile Catalogo mi
ritengo personalmente molto gratificato dal fat(t)o di aver potuto contribuire
allora all'organizzazione e all'allestimento della Mostra di Palazzo
Grassi e di avere ancora oggi, l'opportunità di poterne promuovere
e curare, a distanza di più di quarant'anni, l'edizione successiva
(la terza). Malgrado infatti le comprensibili difficoltà e la evidente parzialità
dell'impresa, resa possibile solo dalla generosa disponibilità e
sollecitudine dei Comitati ICOMOS di tanti Paesi, poter documentare
e mettere direttamente a confronto tra loro tante diverse esperienze
(per latitudini, contesto e culture), oltre a contribuire alla sempre maggiore
diffusione del processo di conoscenza del grande sforzo collettivo
intrapreso in ogni parte del mondo per la salvaguardia e la
valorizzazione del patrimonio monumentale, è senza dubbio operazione
fondamentale per l'avanzamento del dibattito sulla disciplina e
sulle specifiche modalità, tecniche e tecnologie d'intervento. E soprattutto
per una materia (come il restauro) per la quale il primo consiglio
in assoluto da dare agli operatori è l'invito all'ascolto profondo,
al rispetto ed alla cura tempestiva del documento/monumento: quello
stesso dell'antica Scuola medica salernitana che raccomandava:
"primum non nocere".
Al centro del nostro comune interrogarsi è infatti, oggi ancor più di
allora - per ripeterlo con le parole, che qui possiamo rileggere, del
Direttore Generale delle Antichità e Belle Arti del 1964 (Bruno
Molajoli), "la sempre più vasta e urgente esigenza di conservazione"
(materiale, non in effigie) di un patrimonio di tutti che è e resta
(finché sopravvive come documento) "la più diretta testimonianza
della storia e della civiltà umana".
MBD
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